LA VALLE DI PRIMIERO E IL SUO BURRO DI MALGA /2

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Sono le quattro del mattino. Il cielo è ancora nero. Piccoli rumori furtivi mi avvertono che Dimitri e la sua famiglia sono già in movimento. Sono loro ospite a Malga Fossernica di Fuori per condividere uno scampolo della vita di chi produce il burro d’alpeggio come si faceva un tempo e come si è ricominciato a fare da qualche anno nelle valli di Primiero e Vanoi. Lontano, ovattato, il generatore di corrente comincia a ronzare. Qualche minuto ancora e Dimitri accenderà la luce per darmi il buongiorno. Comincia un’altra giornata che non si fermerà fino a notte.
Alle sei arriva Biagio con la Land Rover. È partito un’ora fa da Canal San Bovo, mille metri più in basso, un tornante dopo l’altro di strada bianca nel bosco. Come tutti i giorni, viene a prendere il latte per il caseificio e c’è il tempo di scambiare due chiacchiere sulle novità in valle, sul tempo e sulla salute delle vacche. Se l’argomento non c’è, lo si cerca perché quassù a tenere rapporti stretti con tutti c’è solo da guadagnarci.
Intanto le vacche sono state munte e le loro poste pulite; lentamente escono nel “campigolo”, il prato sotto casa. Qui intorno l’erba è pregiata: ci sono l’arnica, l’iperico maculato, il timo selvatico e un’altra quarantina di specie vegetali, tra graminacee, leguminose ed essenze che donano al burro profumi particolari e qualità organolettiche ineguagliabili. Oggi è giorno di burrificazione…

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